
La cometa periodica 17P/Holmes, scoperta da Edwin Holmes nel 1892, appare solitamente molto debole anche nelle migliori condizioni. Nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2007, quando si trovava ad una distanza di 365 milioni di chilometri dal Sole, ha però mostrato un improvviso aumento della luminosità, passando dalla diciassettesima magnitudine (quasi invisibile anche nelle riprese a lunga posa con telescopi di medie dimensioni) alla seconda grandezza, divenendo così perfettamente visibile ad occhio nudo.
Ma cosa può essere successo a questa piccolissima cometa per mostrarsi così luminosa?
La cometa Holmes, i primi giorni dopo l'outburst, presentava un aspetto stellare, ma col passare del tempo le sue dimensioni apparenti sono andate rapidamente aumentando anche ad occhio nudo. Nei giorni seguenti la chioma ha subìto una rapidissima espansione, ed il 30 ottobre misurava circa 10' di diametro (solamente la parte più luminosa), pari ad un terzo del diametro apparente della Luna, mentre la magnitudine visuale è rimasta stabile attorno alla +2,5. La Holmes era inoltre contornata da una più estesa e debole chioma, dal caratteristico colore verde smeraldo, dovuta alle emissioni del C2 e CN. I primi giorni di novembre è apparsa anche una tenue coda di ioni, visibile solamente con esposizioni di diverse decine di minuti. La coda di gas si è poi rapidamente disconnessa dalla chioma (giorno 8 novembre) per disperdersi nello spazio i giorni successivi. Fino ai primi di novembre, se osservata con un binocolo, la Holmes presentava un aspetto decisamente circolare, con colorazione tendente al giallo-verde. Alla visione telescopica, "sublime", pareva di vedere una nebulosa planetaria!
A metà novembre le dimensioni apparenti della chioma erano paragonabili a quelle del disco lunare, mentre le dimensioni reali superavano ormai quelle del Sole: la Holmes era così divenuto l’oggetto più esteso del Sistema Solare!
Da fine ottobre a metà novembre le riprese ad alta risoluzione della regione nucleare hanno mostrato un intricato groviglio di getti che fuoriuscivano dal falso nucleo, propagandosi un po’ in tutte le direzioni. A fine dicembre le dimensioni apparenti della chioma della Holmes raggiungevano i 70’ di diametro, mentre quelle reali superavano ormai i 6 milioni di chilometri: la più estesa chioma cometaria mai osservata! Questa, in estrema sintesi, la cronaca della straordinaria apparizione del 2007. Si è stimato che più di 100 milioni di tonnellate di polveri siano state immesse nello spazio durante l’esplosione del nucleo della cometa Holmes del 23-24 ottobre 2007.
Sorprendentemente qualcosa di analogo era però già accaduto 115 anni prima, quando la cometa fu individuata per la prima volta dall’inglese Edwin Holmes mentre osservava la galassia di Andromeda (M31). L’astronomo inglese stimò in quasi 6’ le dimensioni della chioma, che appariva perfettamente circolare con una condensazione centrale molto luminosa. Dieci giorni dopo le dimensioni erano già aumentate ad oltre 10’, mentre il 20 novembre queste erano già la metà del diametro apparente del disco lunare. Anche la forma della chioma mutò lentamente, mostrando un’evoluzione dalla forma sferica ad una forma a campana, con un getto che fuoriusciva dal falso nucleo in direzione opposta al Sole.
Straordinaria la somiglianza dei particolari visuali confrontati tra le apparizioni del 1892 e del 2007.
Alla luce di quanto sopra, per spiegare cos’è successo, appare alquanto poco credibile l’ipotesi di un impatto con un asteroide o con un piccolo satellite della cometa. Un’ipotesi sufficientemente plausibile potrebbe essere quella di una o più camere sotterranee di gas, sviluppatesi a causa della sublimazione del ghiaccio durante le settimane seguenti al perielio, che poi sono esplose quando la pressione del gas non era più sopportabile dal guscio esterno di silicati e carbonati; questo potrebbe spiegare anche l'outburst del 1892/93. Infatti, a causa dei ripetuti avvicinamenti con Giove, può capitare che l'orbita della cometa Holmes venga variata, anche di diverse decine di milioni di km al perielio. Nel 1892/93 e nel 2007 la cometa aveva un perielio di poco superiore alle 2 U.A. (contro le 2,35 abituali), perciò considerevolmente più vicino alla nostra stella. Il calore ricevuto in questi passaggi più ravvicinati potrebbe aver quindi stimolato maggiormente la sublimazione del ghiaccio sotterraneo e, di conseguenza, aumentato notevolmente la pressione interna, causando la rottura violenta della crosta di silicati e carbonati, che sono poi andati a formare la chioma in espansione visibile sia nell’autunno del 2007 che, anche, nel 1892/93.
Qualcosa di simile, anche se in misura molto più ridotta, si è verificato nel febbraio 2015 (quasi un anno dopo il perielio, avvenuto a fine marzo 2014), quando la Holmes ha subito un nuovo outburst, ma stavolta con un incremento di luminosità di sole 5 magnitudini (dalla +19 alla +14), quindi 10.000 volte inferiore al precedente. Resta il fatto che la Holmes è senza ombra di dubbio una cometa "fuori dal comune", solitamente addormentata, ma che improvvisamente ed inaspettatamente può riservare delle incredibili sorprese a chi ha la fortuna di osservarla. Dato che il suo periodo orbitale è di poco inferiore a 7 anni, le occasioni per studiarne l'imprevedibile evoluzione non mancheranno certo nel prossimo futuro.
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Alessandro Dimai
(leggi qui l'articolo originale)
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​Pagina della Cometa Holmes sul sito Cortinastelle.it
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Immagini con obiettivi a corta focale




Immagini con telescopi a corta focale e teleobiettivi




Immagini con telescopi a lunga focale




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