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Sin da quando iniziai la mia “carriera” di astrofilo, i primi anni ’80, ricordo che le comete sono sempre state per me motivo di grande interesse. Sentivo parlare e leggevo delle Grandi Comete dell’allora recente passato: Ikeya-Seki, Bennet, West, che non avevo avuto modo di ammirare in quanto ancora troppo giovane, ed ero affascinato dalle spettacolari immagini (poche a dire il vero) che si vedevano su libri e riviste specializzate, fantasticando su come sarebbe stato per me poter vedere una Grande Cometa nella realtà. Come tutti, mi illusi che questa potesse essere la Halley, nel suo passaggio del 1985/86 ma, come tutti, ne restai deluso. 

E finalmente, nel 1995, la grande e tanto attesa notizia: il 23 luglio, indipendentemente tra loro, due astronomi/astrofili americani Alan Hale e Thomas Bopp avevano individuato un nuovo astro chiomato di 11^ magnitudine nella costellazione del Sagittario, nei pressi dell’ammasso globulare M70. Riprendemmo le prime immagini della chioma della Hale Bopp in agosto 1995, che apparve da subito molto luminosa ed attiva. La campagna osservativa proseguì l'anno successivo, quando la cometa presentò diversi getti che fuoriuscivano a ventaglio dal falso nucleo. Già dalla fine del 1996, quando la Hale Bopp aveva superato la soglia di visibilità ad occhio nudo, si intuì che questa volta non saremmo stati delusi dalla solita cometa “flop”. Ed infatti a gennaio, appena riapparve all’alba poco prima del chiarore del crepuscolo, sia lo splendore, che le code, erano notevolmente aumentate in termini di luminosità, evidenza ed estensione. Dalla metà del mese di gennaio, per i successivi mesi fino ai primi di maggio, iniziò per noi un periodo di insonnia forzata, che però produsse una serie di straordinarie immagini che fecero rapidamente il giro del mondo, grazie al sito della NASA, che faceva da collettore per le migliaia di immagini provenienti da tutti i continenti.
Per noi furono oltre 40 le uscite, tra mattutine e serali, di quello straordinario periodo di inizio 1997, tra l’altro tra i più stabili e sereni degli ultimi decenni, meteorologicamente parlando.
In totale centinaia di scatti su pellicola (le digitali erano ancora a venire), che all’alba andavamo a portare al laboratorio fotografico di fiducia per lo sviluppo e la stampa. I nostri siti osservativi prediletti e nostre mete quasi quotidiane sono stati il Passo Giau (2.236 mt), il Passo Falzarego (2.105 mt) e il Passo Valparola (2.192 mt), facilmente raggiungibili in auto e dai quali si poteva proficuamente abbinare, alla visione della cometa, degli spettacolari elementi di paesaggio dolomitico. 
La Hale Bopp è stata sicuramente la cometa più straordinaria sotto il profilo della grandezza intrinseca e della sua fotogenicità, non lo è stato altrettanto per la spettacolarità visuale, almeno nei confronti della Hyakutake, vista (da pochi “fortunati”) sotto i cieli bui e limpidi dell’alta montagna un anno prima del passaggio della Hale Bopp.

A tanti anni di distanza da quei magici giorni, però, la nostalgia di quelle nottate passate ad ammirare e riprendere la Cometa del Secolo XX è ancora presente. Pensare come potremmo oggi registrare un simile evento con i mezzi tecnici e tecnologici che abbiamo a disposizione è impressionante. Restiamo tutti in speranzosa attesa che una nuova “Hale Bopp” si ripresenti presto in cielo ad allietare le nostre notti, accompagnandoci per un po’, come ha saputo fare Lei, in un mondo magico fatto di pura bellezza ed armonia.

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Alessandro Dimai

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HALE BOPP IMAGES IN HI-RES

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Articolo su Coelum n° 214 dedicato alla Hale Bopp

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Osservazioni della cometa Hale Bopp

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Percorso della Hale Bopp in cielo

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Altre immagini della Hale Bopp

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Good Bye Mr. Bopp

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Immagini con telescopi a corta focale e teleobiettivi

Immagini con obiettivi a corta focale

Immagini con telescopi a lunga focale

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